RICORDO DI VITO FRAZZI
di Piero Farulli


E' un grande onore per me ricordare oggi Vito Frazzi. Ebbi la fortuna di godere della sua considerazione ed erano momenti lieti quando ci ritrovavamo. L'ultima volta fu in un lontano giorno del dopo guerra quando il Maestro, insegnante emerito in Conservatorio, era il presidente di una commissione per un corso di direzione d'orchestra. Eravamo in compagnia di Leonardo Pinzauti e di Bruno Bartoletti. Ma l'esito del corso, per quanto felice, ci vide esclusi da una carriera che, tranne il Bartoletti, non avremmo intrapreso. Risuonano ancora nel mio cuore le belle parole che Frazzi ebbe per me quando stavo per iniziare la splendida carriera del Quartetto Italiano, che è durata per 32 anni. Da allora tanto tempo è passato e tante belle cose si sono realizzate, fra cui anche l'Associazione "Vito Frazzi", che ebbe l'idea di annoverami fra gli iscritti all'Albo dei soci onorari nel 1993.
Forse Vito Frazzi sarebbe stato felice di constatare che, in mezzo ai mille fatti della musica, la Scuola di Musica di Fiesole ha tenuto fede all'impegno per l'educazione alla nobile arte di mille ragazzi, che l'hanno vista seguita ed amata protagonista. E chi può dimenticare, malgrado i tanti anni trascorsi, l'esecuzione al Comunale del suo Re Lear. Di questa sua nobile fatica sarebbe importante serbare memoria soprattutto in questi tempi di grande confusione, dove i diversi linguaggi della musica vengono mescolati in maniera del tutto casuale inquinando quel mondo ideale di civiltà musicale che potrebbe essere l'Italia. Questi sono purtroppo i tempi in cui viviamo. Ma io adesso desidero ricordare Vito Frazzi e l'Associazione fondata in suo onore augurando un fecondo lavoro proprio nel nome di questo splendido musicista e del suo glorioso passato del quale non si dovrebbe perdere traccia.

Fiesole, 19 luglio 1999
Piero Farulli